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ANALISI DI MODELLAZIONE GEOTECNICA DEL TERRENO ALL’INTERNO DELLO STABILIMENTO BUNGE SITO IN LOCALITA’ PORTO CORSINI, RAVENNA

COMMITTENTE: Bunge
UBICAZIONE INTERVENTO: Comune di Ravenna, località Porto Corsini
PRESTAZIONI SVOLTE: modellazione geotecnica e calcoli di portata delle fondazioni
INIZIO/FINE LAVORI: 2014

DESCRIZIONE PROGETTO

È stato elaborato un accurato modello geotecnico del terreno all’interno dello stabilimento Bunge sito in località Porto Corsini nel Comune di Ravenna.
Per questo scopo è stata condotta un’ampia campagna di indagini geognostiche, concordata assieme al Cliente.
Essendo noto che il terreno ivi presente è di natura fortemente compressibile, si riscontra la falda prossima al livello del piano campagna e ci si trova in zona ad elevata sismicità, le indagini hanno previsto principalmente prove in situ (CPTu e DMT) in quanto è conosciuto che tali indagini sono quelle che meglio si adattano ai terreni riscontrati e vi arrecano il minore disturbo.
Tali indagini sono state accompagnate anche da sondaggi che hanno anche lo scopo, oltre al prelievo di campioni per l’esecuzione di prove di laboratorio, di essere sede di indagine geofisica in foro down hole e di indagini ambientali (installazione di piezometri).

1. Elenco indagini eseguite

PROVE IN SITO

  • N.ro 10 prove penetrometriche statiche con piezocono CPTu aventi lunghezze comprese tra 25.0 e 40.0 m dal p.c.
  • N.ro 2 prove dilatometriche con dilatometro piatto Marchetti DMT aventi lunghezze di 30.0 m dal p.c.
  • N.ro 3 sondaggi a carotaggio continuo aventi lunghezze di 40.0 m dal p.c.
  • Installazione di n.ro 2 piezometri in foro di sondaggio;
  • Esecuzione di n.ro 1 prova geofisica in foro tipo Down-Hole DH per la misura delle velocità di propagazione delle onde sismiche di taglio Vs;
  • Esecuzione di n.ro 3 misure a stazione singola dei microtremori con tecnica HVSR per la misura delle velocità di propagazione delle onde sismiche di taglio Vs.

PROVE IN LABORATORIO

  • Prelievo di n.ro 5 campioni indisturbati di terreno dagli orizzonti di terreno a carattere coesivo;
  • N.ro 6 prove per la determinazione dei parametri fisici dei campioni e per la misura dei limiti;
  • Esecuzione di n.ro 4 prove di compressione edometrica per la determinazione dei parametri di deformabilità e di consolidazione;
  • Esecuzione di n.ro 1 prova di taglio diretto per la determinazione dei parametri di resistenza al taglio in condizioni drenate;
  • N.ro 1 prova triassiale consolidata e drenata TX CD per la determinazione dei parametri di deformabilità e di resistenza al taglio in condizioni drenate;
  • N.ro 2 prove triassiali consolidate non drenate TX CIU per la determinazione dei parametri di deformabilità e di resistenza al taglio in condizioni non drenate;
  • N.ro 1 prova in colonna risonante RC per la misura del degrado della rigidezza e per la variazione del coefficiente di smorzamento in funzione dell’entità della deformazione tangenziale.

Si proporranno, solo per i principali parametri geotecnici, i confronti tra le interpretazioni di tutte le 10 CPTu eseguite, così da vagliare l’uniformità delle condizioni geotecniche misurate e, successivamente, si illustrerà un’interpretazione della prova dilatometrica DMT.

In tal maniera si avrà un quadro completo dei risultati delle prove condotte in sito, della loro variabilità spaziale e della correlazione che si ottiene tra i due diversi tipi di indagine, il tutto a dimostrazione della robustezza della modellazione geotecnica eseguita.

Dal punto di vista litologico, dopo un primo strato superficiale alterato si rincontra uno strato sabbioso, formato da sabbie poco addensate se non sciolte, in falda, di basse proprietà meccaniche. Questo strato, di potenza circa 9.0 m, dalle analisi condotte mostra un’elevata suscettibilità alla liquefazione.
Questo aspetto è da vedersi del tutto determinante sia per la scelta delle fondazioni da utilizzarsi sia per le caratteristiche della fondazione stessa.
Uno strato successivo di circa 17 m di spessore, ovvero da -9.0 m a -26.0 m, si presenta di natura argillosa, o limo argillosa. In questo strato sono presenti solo locali intercalazioni di natura incoerente che però, secondo quanto dedotto dalla parametrizzazione geotecnica, non modificano il comportamento generale dello strato.
Questo strato può a sua volta essere separato in due, ma solo dal punto di vista litologico, avendo riscontato nella metà inferiore una più alta componente sabbiosa. In ogni caso dal punto di vista meccanico e deformativo, tutte le analisi in situ condotte convergono nell’asserire che questo strato si comporta in modo piuttosto omogeneo può essere ben equiparato ad un cosiddetto “soft soil”, ovvero ad uno strato di natura limo argillosa con intercalazioni sabbiose di elevata compressibilità e di caratteristiche meccaniche scadenti.
Pertanto, a meno di valutazioni prettamente litologiche, questo strato può essere definito in modo uniforme dal punto di vista meccanico.

Principali grafici di interpretazione prova dilatometrica

Tutti i dati sono stati elaborati da Teleios utilizzando le più recenti teorie in materia, incrociando più dati e più variabili, al fine di pervenire ad un’accurata serie di modelli geotecnici atti a tutte le svariate ipotesi di fondazioni che possono adattarsi alle opere ed alle caratteristiche geotecniche in oggetto.
I programmi con cui sono stati dedotti i parametri costituenti i modelli geotecnici sono stati direttamente elaborati da Teleios basandosi sulla più aggiornata bibliografia scientifica prodotta a livello internazionale.
I modelli creati vanno da quelli adeguati per il calcolo di pali e di fondazioni superficiali, sia in termini di resistenza che di deformabilità, sia modelli hardening soil da utilizzarsi in programmi ad elementi finiti quale Plaxis, sia modelli iperbolici per un programma di calcolo BEM, specifico per il calcolo di fondazioni su pali, come ad esempio Repute (Geocentrix).
Si riporta un esempio di modello geotecnico HS small che può essere usato in Plaxis.

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